[VARIA] Copy che?

- Qualche riflessione sul diritto d'autore -

di Ivo Riccio, 9 Giugno 2016

Chi conosce la sua storia sa che Lawrence Lessig è uno di quei personaggi che ha lasciato un segno nelle pratiche della Rete. No, non parliamo di startup, non parliamo di investimenti milionari, non parliamo di un prodotto straordinario: parliamo di cultura.

Già perché Lawrence Lessig è colui che ha dato vita ai Creative Commons. Ne abbiamo già accennato in riferimento alla tavola rotonda dal titolo “Digitale Vs Cartacei”, in cui si sosteneva che «Internet è una minaccia per il diritto di autore», ignorando che proprio da Internet è nato questo movimento.

 

Copyright Vs Copyleft

Diritto d’autore Vs permesso d’autore se vogliamo dirlo in italiano. Da una parte il controllo dell’opera di ingegno, dall’altra il lascia passare per una sua maggiore circolazione, distribuzione e, soprattutto, per rendere possibili modifiche e migliorie.
La prima (e più famosa licenza) che ha sposato la filosofia copyleft è la GNU GPL, è proprio sotto questa forma di distribuzione che viene rilasciato Linux (non è questo il luogo per approfondire il nome specifico della licenza), il sistema operativo alternativo a Microsoft e iOS.
Un’influenza talmente importante che proprio il sistema iOS ha mosso i suoi passi grazie al percorso già tracciato da Linux.

 

A cosa serve?

Sono molti i risvolti di questa formula sulla (libera) distribuzione delle opere di ingegno e se vogliamo della cultura in generale. Nello specifico voglio parlarvi di una particolare tipologia di licenza, quella appunto creata da Lessig. Dopo la sua invenzione infatti, una foto, un video, un testo, un eBook che abbiamo deciso di rilasciare sotto una licenza Creative Commons specifica, acquista la possibilità di essere distribuita secondo le regole che abbiamo dettato. Come raccontavo nel post precedente un esempio su tutti è Flickr, il social media dedicato alle immagini (adesso peraltro oggetto di chiacchiere e speculazioni perché l’azienda che lo ha creato, Yahoo!, probabilmente sarà acquistata a breve) che permette la scelta della licenza che a noi interessa di più.
Potremmo per esempio decidere che la nostra immagine o il nostro racconto vengano distribuiti, copiati e incollati e usati per tutti gli scopi, senza differenze, a patto che non si modifichi niente e se ne citi l’autore. Oppure potremmo decidere che l’opera sia modificata purché si rimetta in circolazione con la stessa licenza di uso.
Le alternative sono molte e molto utili. Se rispettate. Rimane sempre infatti la possibilità di copiare qualsiasi contributo o opera d’arte una volta pubblicata online. Tutto infatti si riduce a una serie di 0 e 1 scomponibili, in un modo o nell’altro e, una volta caricato online, tutto diviene replicabile grazie al copia e incolla, per un testo, e allo screenshot, per un’immagine.

Insomma forse la minaccia è rappresentata da altro, non certo da Internet.

 

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