Credo che Mappe del 3000, il più originale e visionario romanzo dello statunitense Harry Sibelius, sia uno degli esempi più lampanti della differenza che esiste tra utopia e distopia. Due termini erroneamente considerati l’uno l’opposto dell’altro, forse per un eccesso di semplificazione della realtà. Come invece ci dimostra con grande precisione Sibelius, la distopia esiste quando l’utopia cessa di essere pensiero e si fa sostanza strutturata; quando l’ordine morale e politico di alcuni si impone sul funzionamento compulsivo della società; quando il mucido presente negli interstizi del progresso cresce e si diffonde senza alcun sospetto, ma inesorabilmente.
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