Credo che Mappe del 3000, il più originale e visionario romanzo dello statunitense Harry Sibelius, sia uno degli esempi più lampanti della differenza che esiste tra utopia e distopia. Due termini erroneamente considerati l’uno l’opposto dell’altro, forse per un eccesso di semplificazione della realtà. Come invece ci dimostra con grande precisione Sibelius, la distopia esiste quando l’utopia cessa di essere pensiero e si fa sostanza strutturata; quando l’ordine morale e politico di alcuni si impone sul funzionamento compulsivo della società; quando il mucido presente negli interstizi del progresso cresce e si diffonde senza alcun sospetto, ma inesorabilmente.
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[effe] Letture speculari e riflessi incondizionati
Quante volte vi sarà successo, anche se non siete lettori onnivori, di riconoscere tra le pagine di un libro dei rimandi ad altri libri e storie, magari insospettabili, tanto che vorreste chiamare l’autore al telefono per averne immediato riscontro? Quasi foste impegnati a giocare a Memory con lui, o meglio ancora, come se prendeste parte a un quiz televisivo, per il quale sono indispensabili memoria e capacità di associazione. E che soddisfazione poi quando, proseguendo nella lettura, trovate conferma a tutti i vostri ragionamenti, sentendovi un po’ filologi e un po’ detective? Continua a leggere